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  1. Che cosa rispondete a chi pretende che un think tank non deve immischiarsi di morale e di etica, poiché per chi ha le capacità intellettuali richieste ci sono le università, e per gli altri la fede, la legge e l’esperienza?

    • Un think tank in etica offre altro rispetto a fede, legge, esperienza e università: si tratta di un luogo destinato a offrire gli strumenti della ragione pratica a chiunque se ne interessi. E affinché le persone conoscano quest’alternativa e abbiano la possibilità di interessarsene, è necessaria un’organizzazione di diffusione e di promozione adeguata, alla quale la forma del think tank corrisponde.
  2. Che cosa rispondete a chi pretende che un think tank che tratta di etica è inutile, poiché i suoi risultati o sono troppo astratti per essere sfruttati da non universitari, o così concreti che varrebbe più la pena di fare riferimento agli specialisti interessati?

    • Ogni essere umano si trova confrontato a delle scelte morali. Non si tratta quindi né di una nicchia riservata a universitari, né di un’area di competenza settoriale per i soli specialisti — anche se evidentemente, universitari ed esperti sono nella posizione di informare e guidare i dibattiti etici. Inoltre, principi normativi e valori guidano quotidianamente le nostre azioni e decisioni. Affinché una decisione in cui l’etica è implicata sia razionale e informata, si devono esporre queste basi normative. Crediamo che sia necessario combinare una visione d’insieme dei fatti empirici con una certa competenza in materia di etica, e bisogna fare in modo che il risultato sia comprensibile e utilizzabile da parte di non accademici.

  3. Che cosa rispondete a chi pretende che un think tank occidentale (o svizzero) possa parlare solamente dell’Occidente (della Svizzera)?

    • Ogni civiltà e cultura possiede la capacità di conoscere l’altro. Malgrado che questo compito sia difficile, pensiamo che sia possibile. Inoltre una ragione che si basa su di un valore morale o una norma etica ha un potenziale « di universalizzazione ragionevole », tenendo conto dell’epoca, della cultura, etc. Ciò che conta, secondo noi, è di delimitare il campo d’applicazione di una ragione morale con argomenti giustificati.

  4. Che cosa rispondete a chi pretende che i think tank sull’etica siano i lacchè di qualche entità, cliente o partner, oppure così imparziali che la loro posizione è inapplicabile/inutile/inintelligibile?

    • L’obiettivo di un think tank è di esercitare un’influenza sulla sfera politica e sulla società civile. Tuttavia, contrariamente alla maggior parte dei think tank, Pro Ethica è aperta a queste due comunità, nel senso che dà loro la possibilità di criticare e di controllare il prodotto delle sue attività. Per questo, crediamo che l’apertura di Pro Ethica possa solamente giovare al suo obiettivo d’imparzialità (facciamo rinvio alla nostra Carta a questo proposito in particolare).

  5. Chi sono i destinatari principali di Pro Ethica, e perché s’interesserebbero al suo messaggio?

    • Ogni membro della società civile, in quanto agente morale e cittadino di un’entità politica (la politica veicola degli impliciti normativi), è un destinatario principale. Il motivo fondamentale per interessarsi al nostro lavoro è semplicemente il desiderio di capire perché l’etica non dipenda né da convinzioni individuali né da stipulazioni arbitrarie.

  6. In quanto credente o adepto di una religione, che cosa posso apportare in particolare à Pro Ethica?

    • Nella misura in cui una religione o una tradizione comporta considerazioni di carattere etico, essa costituisce una delle numerose fonti da cui dipende il nostro lavoro. Può apportare a Pro Ethica le sue conoscenze e quelle acquisite durante il suo percorso personale. Inoltre, qualunque buon argomento è interessante, a prescindere dai suoi presupposti.

  7. Se un individuo, un gruppo o un’istituzione alla quale Pro Ethica è legata dovesse commettere un atto legale ma gravemente immorale, come reagirebbe Pro Ethica?

    • Gli statuti prevedono l’esclusione di un membro che avesse violato i nostri scopi o la nostra Carta. La Carta prevede inoltre la revoca del mandato o l’interruzione della collaborazione con la terza parte in questione.